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marzo 25, 2012


barfi_al_cocco
Il Burfi al cocco è un dolce molto conosciuto in India. E’ facile da preparare e poco costoso. Il Burfi si prepara specialmente per allietate il periodo di Diwali il “Festival delle Luci".
  • Ingredienti:
225 gr di  Khoya (latte condensato)
225 gr di cocco (secco e macinato)
5 gr di semi di cardamomo (macinati)
15 ml di ghee
500 gr di zucchero
470 ml di acqua
2 gr di mandorle (macinate)
2 gr di pistacchi  (macinati)

Preparazione:

  • Mescola il latte condensato e il cocco e friggili leggermente con il ghee a fuoco basso.
  • Aggiungi il cardamomo e mescola bene.
  • Prepara dello sciroppo sciogliendo lo zucchero nell’acqua.
  • Mescola il composto con il cocco insieme allo sciroppo.
  • Ungi il piatto e versaci sopra le mandorle e i pistacchi.
  • Spargici bene sopra il preparato e lascia raffreddare.
  • Con un coltello, taglialo come preferisci.
  • Girali così che la parte coperta dalla frutta secca sia rivolta verso l’alto.
  • Servi.

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marzo 22, 2012


dolci_messicaniSe i messicani vanno pazzi per il sapore piccante, è anche vero che sanno compensare bene con la dolcezza.

La pasticceria è una parte importante dell’imponente ricettario nazionale, e spazia tra preparazioni a base di frutta e capolavori alle creme, biscotti aromatizzati alla cannella e banane dolci, torte e creazioni al cocco.
La cocada, ad esempio, è un dolce che deve il suo nome proprio al cocco, che si usa fresco e grattugiato finemente: cotto con latte e zucchero, amalgamato ai tuorli d’uovo e gratinato con le mandorle, dà vita a un dolce particolare, delicato e irresistibile per chi ama questo frutto.

Se si preferisce andare sul classico, la torta messicana prevede gli ingredienti tradizionali delle torte “nostrane”, burro, farina, uova, zucchero; alla pasta che si ottiene si aggiungono come farcitura crema al cioccolato e marmellata, e la ghiaccia prevede il caratteristico disegno a spirale.

mexico-mapUn ottimo dolce alla frutta invece si prepara con una banana, un’arancia (rossa), mandorle macinate, zucchero, latte e uova.
La banana tagliata a dadini va lasciata macerare nel succo d’arancia; quindi vanno aggiunti quattro uova sbattute con un etto di zucchero, 50 cl di latte caldo e le mandorle.

Il composto deve cuocere in forno a bagnomaria per meno di un’ora; dopo averlo fatto raffreddare si guarnisce con caramello.
Un ingrediente molto amato nei dolci è la cannella, che può accompagnare torte, budini e biscotti; le frittelle alla cannella si preparano facendo sciogliere su fiamma dolce 70 grammi di burro in una tazza d’acqua.

Dopo aver tolto dal fuoco, si aggiungono una tazza di farina e un cucchiaino di lievito, si amalgama e si rimette sul fuoco, finché il composto non diventa così denso da staccarsi dalla pentola.
cocada
A questo punto si travasa in una ciotola e si aggiungono un po’ per volta quattro uova sbattute. Quando l’impasto sarà cremoso e lucido, si versa a cucchiaiate nell’olio bollente, e le frittelle sono pronte.
La guarnizione con lo sciroppo di cannella si ottiene mischiando in un pentolino mezza tazza di zucchero di canna, una tazza d’acqua, due cucchiai di succo d’arancia e un cucchiaino di cannella, portando a ebollizione, abbassando la fiamma e continuando a cuocere finché il liquido non si riduce di tre quarti.
horchata-01
Si diceva all’inizio che i messicani amano così tanto il sapore piccante da aggiungerlo anche alle bevande. È un fatto che la cioccolata, per cui impazzivano già gli aztechi, veniva preparata aggiungendo alla bevanda chili in polvere.

Oggi i messicani tendono a contaminare meno i sapori. Amanti della frutta e dello yogurt, consumano in grandi quantità yogurt da bere, frullati, le aguas frescas o aguas de fruta, l’agua de horciata, fatta col riso.

Molto diffusa la cioccolata (senza chili, ma con vaniglia o cannella), e molto amato il caffè, anch’esso nella variante con cannella, il caffè de olla.
aguas_de_fruta

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marzo 21, 2012

tartufi_di_peperoncino_e_cannella

  • Ingredienti:
30 gr di peperoncino macinato
30 gr di cannella macinata
10 gr di pepe Cayenne
700 ml di panna
5 gr di sale
900 gr di cioccolato amaro scuro
900 gr di cacao in polvere
15 gr di polvere di cacao

Preparazione: 
  • Unisci peperoncino macinato, cannella, pepe, panna e sale.   
  • Porta ad ebollizione, copri e lascia a bagno per 2 ore.   
  • Taglia il cioccolato amaro a pezzetti piccoli.   
  • Porta il composto ad ebollizione di nuovo e aggiungi il cioccolato tagliato a pezzetti.   
  • Mescola finché non è ben amalgamato.
  • Se rimangono dei grumi, fai bollire di nuovo e mescola finché non è ben omogeneo.   
  • Versa il composto in una vaschetta  rivestita di carta.   
  • Fai raffreddare finché non è solidificato.   
  • Con un piccolo cucchiaio, fai 50 palline di grandezza uguale del composto.
  • Arrotonda le palle con le mani.   
  • Mescola la polvere di cacao e la polvere di peperoncino in una ciotola piccola.   
  • Rotola le palline nel composto.


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marzo 20, 2012

budino_di_riso_indiano

  • Ingredienti:

Riso - 100 gr
Latte -  900 ml
Latte condensato  - 200 gr
Zucchero - 400 gr

Opzionali
Anacardi.
Polvere di elachi.
Zafferano


Preparazione: 
  • Friggi il latte in polvere nel ghee. Metti da parte.   
  • Cuoci il riso con 230 ml di acqua e 60 ml di latte.   
  • Nel frattempo, bolli il latte, a fuoco basso e aggiungi il latte condensato. 
  • Metti a bagno un cucchiaio di riso crudo e 10-15 anacardi nel latte per 10 minuti.
  • Macinali grossolanamente. 
  • Aggiungi al latte bollente.
  • Aggiungi 400 gr di zucchero, mescola finchè non è sciolto.
  • elachi_cardamomo
    L’elachi è una spezia. Il nome indica propriamente la Elettaria, una specie di pianta tropicale della famiglia delle Zingiberaceae (la stessa famiglia dello Zenzero), ma spesso si indicano con lo stesso nome anche altre piante, tra cui la più simile al vero cardamomo è la Amonum.
    Era conosciuto fin dai tempi dei Greci e dei romani, che lo utilizzavano per produrre profumi, ed è attualmente nota come la terza spezia più cara al mondo dopo zafferano e vaniglia
    Il frutto si presenta come una capsula contenente tanti piccoli semi di colore marrone-nero. I semi sono utilizzati come spezie, ma poiché perdono molto rapidamente il proprio aroma, comunemente viene conservata e commercializzata l'intera capsula, generalmente essiccata. Al momento dell'uso, la capsula viene rotta e i semi utilizzati sciolti o macinati.

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marzo 17, 2012

dolci_pasquali
Dopo il carnevale arriva la Pasqua, e anche in questa occasione cercheremo di dare un quadro esaustivo dei vari modi di festeggiare, ovviamente rimanendo legati ai dolci tipici nazionali, sapendo che i  modi di festeggiare  variano da regione a regione se non addirittura da provincia a provincia, perciò invitiamo sin da ora chiunque a segnalarci notizie e ricette del proprio territorio.

Ora vediamo brevemente il significato della Pasqua:
il periodo Pasquale và dal 25 marzo al 25 aprile. Questa festività cade nello stesso periodo dell'anno sia per la religione Ebraica che Cristiana. Per i primi, la Pasqua celebra la fuga degli Ebrei dall'Egitto, verso la terra promessa, guidati da Mosè.

Per i Cristiani ricorda la passione e la resurrezione di Cristo.

Con l'ultima Cena, Gesù spezza il pane e lo divide con gli Apostoli, offrendo così il suo corpo in sacrificio per tutta l’umanità.

Questo episodio conferisce al cibo un valore particolare, rispetto alle altre festività.

Ecco che allora si donano uova, sia vere che di cioccolato, come simbolo di rinascita e di prosperosa fecondità: infatti, il periodo coincide con l'inizio della primavera. Altri simbolismi che ritroviamo nei dolci Pasquali, sono gli agnelli di marzapane, le colombe e le ciambelle che richiamano la corona di spine posta sul capo di Gesù .....Il carattere familiare della Pasqua rimane ancor oggi vivo, tanto da essere occasione di riti da svolgersi con la famiglia. Particolare è la preparazione di questo dolce profumatissimo. La preparazione degli ingredienti, la fase della lievitazione: guai a camminare o a far rumore, la cottura con la precedente preparazione del forno a legna e la sapiente dosatura del calore. Momenti ed  emozioni che riavvicinano la famiglia ad uno stile di vita perso nel tempo. La colazione della mattina di Pasqua è un trionfo di uova sode, di cioccolato e del salame lardellato con la tanto sospirata Pizza di Pasqua.
Pastiera (Campania).
pastiera napoletana
La pastiera, dolce Tipico napoletano, a base di grano ammollato precedentemente e poi cotto in latte e zucchero, a base di ricotta, uova, latte, essenza di fiori d'arancia, è senz'altro il capolavoro della pasticceria napoletana. Di per se stesso potrebbe essere un pranzo ed il suo torto è proprio quello di arrivare alla fine del pranzo di Pasqua, quando si è già mangiato troppo; ma mangiarla verso mezzogiorno, una bella fetta di pastiera morbida, bionda, cremosa, profumata di primavera e di vaniglia..., non si commetterà mai più bel peccato di gola.

Si racconta che i sette ingredienti della pastiera fossero offerti da sette fanciulle alla sirena Partenope: la farina ed il grano come i frutti più significativi della terra, le uova a rappresentare la cellula che si rinnova, la ricotta come omaggio dei pastori, l'acqua di arancio e di rose e lo zucchero a simboleggiare i profumi e la dolcezza della primavera.

La Pasqua nel mondo.

Il termine tedesco che indica la Pasqua deriva dal nome dell’antica divinità germanica della primavera: Eostre.

La festa in Germania ha mantenuto uno spiccato carattere pagano, di festeggiamento dell’arrivo della primavera e del rinnovarsi della natura.
Nel periodo pasquale le case vengono decorate: alla vigilia della Pasqua in molte città ci sono dei mercati dove si possono trovare decorazioni, dolci e tutto quello che serve per abbellire le case.

Le finestre vengono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi; nei vasi si mettono alcuni rami che vengono poi addobbati. Chi ha tempo, poi, decora i gusci delle uova, attività che per i bambini rappresenta sempre un gran divertimento.

La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova di cioccolato (a volte anche dei giocattoli!) che il "coniglietto" pasquale – il simbolo della festa - nasconde nel giardino o in casa. Il pranzo pasquale è quasi sempre a base di agnello. Anche i dolci tradizionali hanno la forma dell’agnello.

Per simboleggiare la fine dell’inverno e la venuta della primavera, nelle campagne - specialmente nella Germania settentrionale - i contadini fanno dei fuochi per bruciare tutti i rami secchi che trovano: si attribuisce, infatti, all’acqua e al fuoco la proprietà di purificare, di favorire la fertilità dei campi e di sventare i malefici.

I "fuochi di Pasqua" offrono uno spettacolo notturno veramente affascinante. Particolare curioso è che il "fuoco di Pasqua" deve essere acceso con mezzi naturali, cioè con la silice o strofinando due pezzi di legno, o con una grossa lente; qualche volta i lumi delle chiese vengono spenti e poi riaccesi con la fiamma di questo "fuoco sacro". Le ceneri, poi, vengono sparse per i campi per propiziare il buon raccolto.

Francia – Pâques.

frittelle-gonfie-francesi
Le campane delle chiese sono silenziose dal venerdì fino alla domenica di Pasqua, come segno di dolore per il Cristo crocifisso.

Le mamme dicono ai loro bambini che "le campane sono volate via a Roma".
La mattina di Pasqua, i bimbi francesi corrono fuori casa per guardare le campane "tornare indietro da Roma".

Mentre i piccoli sono occupati a scrutare il cielo alla ricerca delle campane che "tornano a casa", i loro genitori nascondono le uova di cioccolato che i bimbi cercheranno in casa o in giardino per tutta la mattina!

Svezia – Påsk.



Un’antica credenza popolare voleva che nel periodo immediatamente precedente alla Pasqua le streghe volassero verso la montagna di "Blakulla", per trovare il diavolo.

Da quell’antica credenza ha avuto origine la tradizione delle "streghette di Pasqua": si tratta di gruppetti di bambine che nel periodo pasquale, imbacuccate con scialli e lunghe sottane, vanno in giro con un bricco da caffè dove la gente deve mettere un soldino o una caramella.

Gli svedesi conservano altre vecchie usanze legate a credenze di stregoneria: nella Svezia occidentale le notti pasquali sono illuminate da grandi falò e dallo scoppio di petardi, vecchi metodi garantiti per tenere lontano le streghe.

Finlandia – Pääsiäinen.


Il significato della Pasqua cristiana non è molto sentito in Finlandia, in quanto l’86% della popolazione appartiene alla chiesa Evangelica Luterana. La tradizione pasquale finnica, perciò, più che altro celebra l’arrivo della primavera, anche se a marzo o ad aprile in questa terra regna ancora l’inverno! Qualche tempo prima della Pasqua i bambini piantano alcune sementi in piccoli vasi.

I bimbi finlandesi usano anche disegnare delle streghette su biglietti di carta, su cui poi scrivono i loro desideri. Vestiti da streghe, distribuiscono i biglietti ai loro amici.

La tradizione vuole che le notti tra il venerdì e la domenica di Pasqua, le streghe escano dai loro nascondigli e volino nel cielo.

Olanda - Pasen o Pasen Zontag.






In tutta la nazione la Pasqua viene celebrata come una festa primaverile. La maggior parte della gente appende una corona decorata alla porta di casa. Si pitturano le uova che poi vengono appese ad un albero nel giardino.

In casa si mettono dei fiori gialli.

Il coniglietto pasquale nasconde in giardino le uova sode colorate che poi i bambini cercheranno per tutta la mattinata.

Per quel che riguarda la cucina una delle specialità è il "Paasbrod", un buonissimo pane dolce pieno di uvetta.

Russia – Paskha.



Per la Chiesa ortodossa la Pasqua è la festa più importante dell’anno e la si celebra con grande solennità, in una data diversa da quella cattolica.
A Pasqua si guarda alla cittadina di Sagorsk, dove risiede il Pope di Mosca e di tutta la Russia, cioè la massima autorità della religione ortodossa.

La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic. Alla sera si fa un banchetto con diversi tipi di carne, pesce e funghi, dove non manca il Pabcha, un piatto sostanzioso a base di quark.

Durante la messa di mezzanotte il Pope toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro. Non trovandovi più il corpo di Cristo, con il corteo sacerdotale esce dalla chiesa per ricercarlo, finché ritorna e annuncia ai fedeli il miracolo con la tradizionale esclamazione: "Christos voskrèse!" (Cristo è Risorto!) e la folla risponde: "Vo istinu voskrèse!" (In verità è Risorto!). Solo allora tutti si scambiano il triplice bacio rituale; poi si cantano inni di esultanza, si accendono ceri e si scoppiano fuochi d’artificio. Per il popolo russo le festività legate alla Pasqua sono anche un saluto alla primavera.

I ragazzi si recano in campagna per spogliare le betulle. Con i rami di betulla le ragazze intrecciano delle corone con cui ornano la testa.

In alcune regioni della Russia è ancora vivo l’antico rito di bruciare fieno o altre vecchie cose rimaste sotto la neve durante l’inverno.

Nel passato lontano i contadini facevano un pupazzo di paglia che simboleggiava la morte, lo bruciavano o lo buttavano nel fiume. La radice di questo rito pre-cristiano, legato alla morte e al rinnovo della vita con la primavera, ricorda il rito che si faceva in tempi lontani a Roma, dove in maggio si usava gettare nel Tevere pupazzi di paglia.

Parte del pranzo pasquale è anche il pane lievitato all’uovo, che assomiglia al nostro panettone. Nelle diverse zone del vasto mondo ortodosso ha nomi diversi: in Russia si chiama kulic.

Anche in Russia Pasqua non è tale senza il rituale scambio dell’uovo, seguito da tre abbracci e baci. Il tipo d’uovo offerto varia moltissimo: il valore venale dipende dalle risorse del donatore e dal destinatario del dono. Ma l’uovo di gallina decorato resta il più popolare.

In Russia vanno però ricordate anche le deliziose pysanky ucraine: uova augurali ritualmente e magicamente decorate in casa, il cui guscio ha fori finissimi per consentire, poggiandovi delicatamente l’occhio e ponendo l’uovo sotto una sorgente di luce, di godere anche "dall’interno" l’effetto dei motivi ornamentali.

Grecia – Paskha.



In Grecia si festeggia la Pasqua con i riti greco-ortodossi.

Con il suono delle campane nella notte di Pasqua e la celebrazione del rito della Resurrezione, termina la Quaresima. Ogni fedele accende nella chiesa la candela che ha con sé e che porterà a casa ancora accesa.

Si mangeranno poi pane pasquale, dolcetti, la tipica Maghiritsa (una zuppa fatta con le interiora dell’agnello) e uova colorate di rosso. Anche in Grecia, infatti, come in molti altri paesi slavi, c’è la consuetudine di regalare per Pasqua delle uova colorate.

L’origine dell’usanza di regalare uova colorate di rosso è molto antica. La tradizione racconta che, dopo la Resurrezione di Cristo, Maria di Magdala, la peccatrice redenta, si sia recata a Roma e abbia offerto all’imperatore Tiberio un uovo rosso, dicendogli: "Cristo è risorto". Anche se l’episodio non si trova nei Vangeli, è rappresentato da alcune icone, una delle quali si trova nella chiesa di Maria di Magdala a Gerusalemme. Il colore rosso acceso delle uova intende ricordare ai fedeli il sangue versato da Cristo per l’espiazione dei loro peccati.

Inghilterra – Easter.



In Gran Bretagna il Giovedì Santo è tradizionalmente giorno di elemosine: nell’abbazia di Westminster, dopo la cerimonia religiosa, vengono donate ai poveri borse di denaro, distribuite dal sovrano su di un vassoio d’argento.
Il Venerdì Santo si mangiano gli hot cross buns, delle brioches fatte con la cannella e uvetta, con sopra una croce di glassa di zucchero, che ricorda la passione di Cristo.

Nel pub londinese chiamato "Il Figlio della Vedova" si conservano quasi duecento esemplari di questi dolci, raccolti uno per anno, secondo quanto descritto da una leggenda che racconta come una vedova, nell’attesa disperata del figlio marinaio disperso in mare, continuò per anni a cuocergli gli hot cross buns.

Sembra che, durante le incursioni aeree dell’ultima guerra mondiale, questa curiosa collezione sia stata messa in salvo tra gli altri cimeli preziosi!
Un’usanza curiosa è quella di far rotolare le uova colorate su di un prato o lungo una strada, fino a quando tutti i gusci non siano stati spezzati; a Preston, ad esempio, le uova rotolano su un pendio erboso.
Un’altra tradizione divertente è quella di contendersi le uova e le torte con battaglie, combattute principalmente da ragazzi.

Romania – Pastele.



Anche in Romania si sono sovrapposti antichi riti pagani alle celebrazioni religiose. Con l’avvicinarsi della Pasqua finiscono le feste popolari invernali ed iniziano quelle di primavera.

Il Giovedì Santo è per i rumeni il giorno dei morti ed è chiamato il "gioia mare" (in italiano "giovedì grande").

In questo giorno si portano in chiesa dolci fatti con farina o con grano bollito ricoperto di zucchero e noci, del vino e della frutta, che sono offerti in memoria dei morti e distribuiti ai vecchi e ai poveri.

Il Venerdì Santo si pone davanti alla Croce un tavolo molto alto, in modo che vi si possa passare sotto. Sul tavolo si mette l’epitaffio, un pezzo di stoffa che porta ricamato o dipinto il seppellimento di Cristo, e i fedeli, recandosi in chiesa, portano fiori al Cristo e ai loro morti, passando per tre volte sotto il tavolo sul quale è sistemato l’epitaffio.

A sera si svolge il canto Prohod, una cerimonia affascinante alla quale partecipa tutto il villaggio, diviso in gruppi seguendo il cammino della Croce. Qualcosa che rassomiglia alla nostra Via Crucis. Al sabato mattina donne e bambini fanno la Comunione, mentre gli uomini intervengono alla messa di mezzanotte portando in chiesa un gallo bianco e uova colorate.

La cerimonia si conclude con una processione intorno alla chiesa, con le candele accese.
 
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cancelle
Le cancelle sono la variante molisana delle feratelle abruzzesi: non bisogna dimenticare che fino a non molto tempo fa le due regioni erano una cosa sola.
L’anice dona a questi fragranti dolci tipici dell’Italia centrale un aroma dolce e intrigante. 
L’anice è una delle piante aromatiche utilizzate sin dall’antichità sia in campo medico che in quello culinario, in particolare per la produzione di bevande.
Presente già 3000 anni fa in Iran, diverse testimonianze storiche attestano la coltivazione dell’anice nell’antico Egitto e, in generale, in tutta l’area mediorientale dove ai tempi era utilizzato prevalentemente in campo medico tanto da essere uno dei 36 ingredienti della bevanda medicamentosa inventata dal medico Crateva.
Famoso per il suo potere digestivo, l’anice era utilizzato da Greci e Romani per aromatizzare carni, verdure, dolci e, in particolare tra i latini, era usanza piuttosto diffusa aggiungere l’anice a vino e bevande per conferirgli un aroma particolare.
Nel resto dell’Europa, l’anice si diffuse in epoca medievale, in particolare in Inghilterra, Germania e Francia, anche grazie al suo utilizzo all’interno dei monasteri per la produzione di liquori. Mentre, sempre nello stesso periodo, gli Arabi introdussero in Sicilia l’usanza di bere acqua e anice serviti con ghiaccio.
Dopo un periodo di relativo disuso, le bevande al gusto di anice tornarono di moda nel secolo scorso nel mondo bohèmien sotto forma di superalcolici che, anche a causa della loro proibizione, acquisirono rapidamente un’aura quasi “mitica”, tanto da essere più volte citate da autori famosi, tra i quali D’Annunzio e Pasolini.

  • Ingredienti: 30’ + 5’ di cottura
3 uova
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
6 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di liquore a base di anice o un bicchiere di vino bianco secco
1 limone
450 g di farina
un pizzico di sale




Preparazione: 



  • In un recipiente sbattere le uova con lo zucchero fino a renderle spumose, aggiungervi l’olio, il sale e la buccia del limone grattugiata.
  • Mescolare bene tutti gli ingredienti ed unirvi tanta farina quanta ne assorbe l’impasto, che dovrà essere sostenuto come la pasta degli gnocchi.
  • Profumare il composto con l’anice e versarlo sulla spianatoia infarinata: lavorarlo a lungo e quando sarà liscio tagliarlo a pezzi, rotolarli una alla volta sulla spianatoia e da essi ricavare tante palline grosse come una noce.
  • Quando sarà terminata tutta la pasta, ungere le due palette dell’apposito ferro usato per preparare le cancelle, porlo sul fuoco ed appena sarà ben caldo disporre al centro di esse una noce di pasta, chiuderlo, rimetterlo su fuoco per qualche minuto, girandolo da ambedue i lati, fino a quando la cancella sarà diventata dorata e croccante.

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